Genova. L’ipotesi di costruire un impianto di trasporto pubblico lungo la Val Bisagno è stata declinata negli ultimi vent’anni senza mai arrivare a una conclusione, ma un gruppo di progettisti genovesi ha studiato una proposta completamente nuova, cioè la costruzione di un impianto aereo, ovvero una funivia a collegamento temporaneo dei veicoli, il cui tracciato si snoda dalla stazione Brignole a Molassana con 15 stazioni intermedie, transitando al di sopra dell’alveo del torrente Bisagno e sfruttando come punti di appoggio per le stazioni i ponti e le piastre di copertura esistenti.
La proposta di Cristoforo Bozano, Carlo Cillara Rossi, Luca Vacchelli, Maurizio Gnudi, Andrea Guidi di Bagno, Mauro Marsullo, Pietro Misurale, Valentino Zanin, Michele Montanari, Mario Pedrotti e R Vallarino prevede costi di realizzazione e di gestione contenuti, buoni i tempi di percorrenza (25 minuti circa), con ricadute positive in termini di riduzione del traffico e inquinamento dell’aria.
L’ambizione è infatti quella di migliorare la viabilità e, di conseguenza, la qualità della vita degli abitanti della valle, ponendosi come sistema leggero a basso impatto, con emissioni zero; offrire una portata oraria pari almeno a quella che svolgono oggi le principali linee bus della Val Bisagno, con capacità di oltre 40.000 passeggeri al giorno per senso di marcia, per una media di circa 14 milioni di passeggeri all’anno; sviluppare un sistema integrato e non sovrapposto con la mobilità pubblica tradizionale, eliminando gradualmente il 55- 60% dei bus in circolazione nella valle, pur conservando le linee su gomma per il collegamento dei quartieri sulle alture di Quezzi, S. Eusebio, via Montaldo, e il collegamento verso Prato-Struppa; contribuire a decongestionare la circolazione del fondo valle e garantire ai viaggiatori un servizio comodo, regolare e puntuale, non soggetto a interferenze da parte del traffico stradale.
La Val Bisagno è abitata da oltre 135.000 persone, circa 60.000 delle quali si muovono giornalmente in entrata e uscita su entrambe le sponde. Secondo i dati raccolti, di queste, circa 40.000 usano il bus, mentre le restanti 20.000 si spostano con il mezzo privato. La maggior parte delle linee bus percorre la bassa – media valle compresa tra Brignole e Staglieno e Molassana, territorio che soffre particolarmente di congestionamento del traffico a causa del notevole insediamento abitativo. Anche i quartieri in collina di Quezzi, via Montaldo-Burlando e, più a nord, S. Eusebio gravitano sull’intera area, serviti da linee meno capaci, ma importanti per l’interscambio con il fondovalle.
“La proposta è conforme agli studi di Bacino del Torrente e il disegno si lega all’esigenza di ricostruire o ristrutturare molte delle vecchie infrastrutture che attualmente attraversano il torrente, aspetto che riguarda particolarmente da vicino argini e ponti veicolari. Il tracciato, che lambisce gli argini in alcuni punti, riduce al massimo i sostegni di linea – spiegano i progettisti – Le distanze fra le campate risultano quindi molto variabili a causa della necessità di collocare i sostegni in posizioni non invasive rispetto al corso d’acqua sottostante”.
Il nuovo impianto, studiato per portare in media 3.600 persone all’ora, è di facile utilizzo anche per il trasporto di disabili, cose e animali domestici. La velocità di linea è prevista in 6 metri al secondo (20 km all’ora). Il tempo di percorrenza previsto per il primo tronco Brignole – Staglieno è di 10 minuti circa, per il secondo tronco, Staglieno – Molassana, di 15 minuti. A differenza degli impianti turistici l’impianto a fune cittadino, per consentire a tutti di salire e scendere con facilità da parte di tutti, prevede l’arresto completo delle cabine.
La linea del nuovo impianto è formata da due tronchi con 7 stazioni per il tratto da Brignole a Staglieno e 8 da Staglieno a Molassana, con punti di fermata sui principali nodi della valle, fra cui Marassi, Staglieno, Sciorba e Molassana, tenendo conto delle esigenze di transito, residenza, lavoro, e tempo libero degli abitanti. Un terzo tronco potrà in futuro collegare le aree urbane localizzate più a monte fino a Prato-Struppa. Le motrici delle due tratte saranno entrambe collocate nella stazione di Staglieno, in cui si trovano anche il magazzino destinato al ricovero dei veicoli, un’officina per le manutenzioni e i locali di controllo e ausiliari.
Le cabine avranno numerosi posti a sedere, illuminazione dedicata, sistema di informazione audiovisiva sul viaggio, compresa la musica e il collegamento WiFi. Il costo, da definire in modo preciso solo dopo la progettazione definitiva dell’impianto, si aggira intorno ai 90 milioni di euro, esclusi i costi di ristrutturazione civile connessi con l’alveo del torrente e le opere di regimazione delle acque ancora necessarie e imposte dall’autorità di sorveglianza per la messa in sicurezza del Bisagno. I costi di esercizio prevedono: personale addetto, manutenzione e ricambi, gestione ordinaria, amministrativa, assicurativa, compresi i costi per il direttore di esercizio, e si potranno aggirare intorno a 2 milioni di euro all’anno. I costi di energia elettrica stimati si aggirano intorno agli 850.000 euro all’anno, ma saranno in larga misura riducibili dal previsto impianto fotovoltaico.
DA GENOVA24.IT